Bene, e' vero, Augusto ce l'ha ricordato (ma sei arrivato primo solo perche' avevo da fare :-), oggi sono esattamente TRENTA ANNI (no, dico, vi rendete conto, vero ?!?).
Purtroppo i ricordi tendono a "sfumare" (i maligni parlano di demenza senile precoce), ed ammetto pubblicamente che non ricordo il primo giorno di scuola di Radio Rosa.
Si, e' vero, c'erano i jingles di Augusto con la pantera rosa, era domenica mattina ... ma confesso che mi ricordo meglio la fatica enorme dei giorni precedenti, tutto quel pulire e preparare la soffitta, e anche la fatica a montare l'antenna sul tetto del palazzo (che incoscienza, e' proprio vero che a 19 anni ci si sente padroni del mondo).
Mi aiutate a ricostruire il primo giorno? Chi c'era? Chi ha aperto le trasmissioni?
Mi pare che qualcuno di noi entro' trafelato a dirci che "... a casa dei suoi si sentiva" (forse a due isolati di distanza).
Io ricordo qualche particolare tecnico: l'eccitatore era stato comprato dalla L&R elettronica, era da 1W e modulava piuttosto male (molto basso); dietro c'era un bel lineare (autocostruito) da una cinquantina di watt, fatto con una 829B (famosa valvola di potenza).
Il mixer a 16 canali era un "favore" che una ditta (la PRICE di Brescia) mi aveva fatto: l'avevo montato io, potevo usarlo per qualche giorno, poi avrei dovuto renderlo; torno' indietro dopo qualche mese, cambiato con uno piu' piccolo.
L'antenna invece non la ricordo, forse era una ground-plane per CB accorciata a dovere; dopo pochi mesi avrei costruito un ponte radio, piazzato a montenero sul tetto della pensione Orlandi.
Mi pare anche di ricordare che alcuni dei famosi manifesti rosa vennero letteralmente incollati ad ogni piano del palazzo, per la gioia degli inquilini; che di li a poco si sarebbero accorti di cosa voleva dire avere un trasmettitore accanto alle antenne delle loro televisioni (mi pare che quello di sotto a noi era il piu' incacchiato, veniva sempre a lamentarsi che non vedeva niente).
Mi piace anche ricordare il nostro primo direttore responsabile, era Alberto ("Albertino") Della Pace, che si presto' a ricoprire quel ruolo forte del suo status di giornalista pubblicista (almeno cosi' mi pare di ricordare).
Altro particolare: eravamo cosi' poveri di mezzi che all'inizio non avevamo nemmeno una radio, in mansarda, per poterci "risentire" in diretta; era difficile per me valutare se stavamo modulando troppo o troppo poco.
Adesso non mi vengono in mente altre cose; forse affioreranno pian piano, mettendo insieme tutti i nostri pezzetti del collage.
Grazie a tutti voi per aver contribuito a creare questo piccolo ma importante pezzettino della nostra storia :-)
Federico Paoletti, 17 Aprile 2007